Lo spreco e la sovrapproduzione non dovrebbero essere la norma, ma nemmeno l’eccezione. Qual è, in definitiva, il vero prezzo del Black Friday?

Il Black Friday nasce come ricorrenza americana che, dagli anni ’60, cade subito dopo il giorno di Ringraziamento. È considerato l’inizio dello shopping natalizio, caratterizzato da sconti massici e orari prolungati nei negozi: il nome stesso indica i guadagni registrati sui libri contabili dei negozi – un tempo compilati a mano – sui quali venivano segnati con l’inchiostro rosso le perdite e con l’inchiostro nero le entrate.

Oggi il Black Friday si è diffuso in tutto il mondo ed ha sempre più successo, complice anche la digitalizzazione delle vendite: si estende ormai ad un periodo che va oltre il solo “venerdì nero”, fino a prolungarsi anche una settimana, ed è ormai abitualmente seguito dal cosiddetto Cyber Monday, caratterizzato da grandi sconti relativi ai prodotti di elettronica. Ma cosa comporta tutto ciò?

Il meccanismo alla base di questo evento è spesso lo stesso che muove i fili della fast fashion: il consumo – o meglio, il consumismo – al polo opposto di quel consumo etico che è invece sempre più necessario e urgente per la salvaguardia ambientale.

Che dall’inizio del secolo il volume dei capi di abbigliamento prodotti è raddoppiato – portando a stimare un ulteriore incremento nei prossimi anni, fino a 102 milioni di tonnellate entro il 2030 – è ormai un dato di fatto: un consumo smodato che si traduce in sfruttamento e inquinamento ambientale, come segnala il report “Fossil fashion. The hidden reliance of fast fashion on fossil fuels”, pubblicato a inizio 2021.

Il sovraconsumo che si verifica in quei giorni ha infatti delle gravi conseguenze sull’ambiente e sui lavoratori. Dalle emissioni di CO2 derivanti dai trasporti e dalla produzione, fino allo smaltimento degli imballaggi e dei rifiuti di quei prodotti ormai considerati obsolescenti: quanto di tutto questo è realmente necessario, e quanto invece solo il frutto di una generale euforia dello shopping?

A questo proposito, il movimento globale della Fashion Revolution ha lanciato ormai da qualche anno una campagna sul tema Black Friday, invitando le persone a porsi, prima di comprare, una semplice domanda: “ne ho davvero bisogno?”.

Noi di Cartiera vorremmo contribuire ad una visione più consapevole dell’acquisto, determinata da qualità, sostenibilità e trasparenza. Vogliamo produrre nel miglior modo possibile: impegnandoci nella sostenibilità non uno, ma 365 giorni l’anno, per un’idea di futuro che sia concretamente più sostenibile.