Un sabato pomeriggio di aprile nel piazzale interno della ex-Cartiera Burgo di Lama di Reno di Marzabotto. Il busto di Rizzoli, proprietario ai gloriosi tempi, guarda impassibile l’affacendarsi degli organizzatori dell’Eclettica Festival, una giornata di musica e incontro prima che la grande fabbrica venga occupata dal cantiere del progetto di rigenerazione urbana finanziato dal PNRR.

Vengono montati tavoli, allestiti banchetti, predisposta la consolle dei dj, aperto il bar e preparati i fusti della birra alla spina. Anche noi di Cartiera siamo presenti con il nostro stand a questo evento programmato per invitare pubblico di ogni età negli spazi resi agibili da fine dicembre per eventi di conoscenza di questo luogo e del progetto prima che inizino i lavori di ristrutturazione.

Per noi è stata l’occasione non solo di mostrare e vendere i nostri oggetti, ma anche di presentare il nostro lavoro, e soprattutto le finalità di inserimento di persone in condizione di svantaggio e di produzione circolare, realizzate anche grazie al contributo di Fondazione Carisbo al progetto “Insieme per una transizione giusta e inclusiva”.

Sin dall’arrivo dei primi visitatori – anziani ex lavoratori della Cartiera accompagnati dai loro figli e figlie, cittadini della frazione di Lama e dei comuni vicini, giovani attirati dalla presenza di dj attualmente in voga – si vede che i nostri due artigiani presenti sono considerati parte della comunità.

“Ciao Bassirou, ciao Yaya! Come state?”
“Ciao… Maurizio, Catia, Patrizia, Manuela, Beatrice, Martina,
Filippo, Pierpaola, Danilo, Francesco, Marco, Federico…”

Uno dopo l’altro gli incontri si susseguono, con chiacchiere, ricordi e “aggiornamenti” sulle proprie vite.
Anche la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi passa, e si regala una borsa di un colore vivace per la prossima estate.
Il pomeriggio scorre e il piazzale si riempie sempre più.

“Allora vi aspettiamo alla Marzanotte per distribuire bevande…”
“Beh, ci si vede in treno!”
“Quando passi da Casalecchio fatti vivo…”

Relazioni nate con la frequentazione nella frazione durante i mesi di residenza, o facendo attività di volontariato con le associazioni locali, o semplicemente attraverso amicizie comuni, spesso grazie a un atteggiamento di apertura, altre volte superando un po’ di diffidenza.
Viene chiamata integrazione, o anche inclusione, e si realizza quando ci sono le condizioni di base della casa, del lavoro, della conoscenza linguistica, della regolarità dei documenti. Ma in questo sabato pomeriggio di primavera sembra soprattutto e semplicemente relazione, un rapporto nato naturalmente tra persone che abitano un territorio, che si sono conosciute e a cui fa piacere rivedersi.