Rapporto GreenItaly 2021: un’economia a misura d’uomo per il futuro dell’Europa
Quante e dove sono le imprese che negli ultimi anni hanno investito in tecnologie e prodotti green? Quali sono i green jobs e le competenze più ricercate? A queste ed altre domande risponde la dodicesima edizione del rapporto GreenItaly 2021, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne.
Il rapporto, pubblicato a fine ottobre 2021, ha come obiettivo quello di fare il punto, con dati e storie, sulla situazione della green economy in Italia e sui suoi punti di forza.
“Nel Rapporto GreenItaly si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori” dichiara il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci.
Con un riciclo sulla totalità dei rifiuti urbani e speciali del 79,4% l’Italia segna un risultato superiore alla media UE (49%). Il risparmio annuale è pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nelle emissioni grazie alla sostituzione di materia seconda.
Ma il primato non è solo relativo alla situazione rifiuti: sono infatti oltre 441 mila le aziende italiane che nel quinquennio 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green, investimenti che non hanno riscontrato particolari rallentamenti nel periodo della pandemia.
La distribuzione geografica delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti in questo periodo conferma la Lombardia come prima regione italiana con un più alto numero di investimenti green (quasi 90 mila imprese investitrici, il 20,3% del totale nazionale), seguita da Campania (con poco più di 46 mila unità), Veneto e Piemonte.
Nel rapporto viene messo anche in evidenza come stia crescendo il ruolo dei green jobs e delle competenze green. “Nel periodo 2021-2025”, si legge, “il 38% del fabbisogno di professioni richiederà competenze green con importanza elevata (circa 1,3-1,4 milioni di occupati)”.
In crescita anche il peso economico della Bioeconomia, il sistema che utilizza le risorse biologiche, inclusi gli scarti, per la produzione di beni ed energia e che è uno dei pilastri del Green New Deal dell’Unione europea, e di molti progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Siamo ancora lontani dai target di neutralità climatica previsti per il 2030, ma “la transizione verde”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, “è un percorso su cui le imprese italiane si sono già avviate: un quarto di esse, malgrado le avversità di questo periodo, intende investire nella sostenibilità anche nel prossimo triennio”.