L’International School on Migration organizzata da Lai-momo, cooperativa partner del Laboratorio Cartiera, e da Africa e Mediterraneo, associazione no profit che promuove l’educazione interculturale e la cooperazione culturale, ha visto nella giornata di ieri la partecipazione di quattro importanti aziende per discutere le principali sfide della transizione ecologica, a partire dal fondamentale ruolo delle imprese nella realizzazione di un cambiamento equo ed inclusivo.

L’International School on Migration, giunta alla sua quarta edizione, di quest’anno ha approfondito la tematica dello sviluppo green, con un’attenzione particolare alla dimensione sociale della transizione ecologica: per promuovere un nuovo modello realmente sostenibile, è infatti necessario costruire comunità solide, unite ed inclusive, evitando di generare “naufraghi della transizione ecologica” e investendo nella costruzione di nuove competenze.

Nel corso delle ultime settimane, sono stati diversi gli argomenti affrontati: gli ospiti del primo modulo hanno analizzato l’impatto del cambiamento climatico sulla sopravvivenza delle specie, sulla mobilità umana e sulla resilienza urbana, mentre la seconda settimana sono stati approfonditi gli aspetti sociali della transizione ecologica, a partire dalle strategie di crescita sostenibile adottate dall’Unione Europea in materia di occupazione.
Gli interventi del 24 settembre hanno invece lasciato la parola alle autorità locali europee, che hanno raccontato quanto sia importante coadiuvare sostenibilità ambientale e sociale per realizzare un cambiamento positivo.

L’ultimo modulo, che si è concluso nella giornata di ieri ed è stato moderato dal Professor Piergiuseppe Morone – professore ordinario di economia politica presso UnitelmaSapienza, ha visto la partecipazione di diverse imprese che hanno dimostrato attenzione alle tematiche dell’inclusione sociale e della sostenibilità ambientale, anche attraverso le collaborazioni sviluppate con il nostro laboratorio. Per tali realtà, la transizione “verde” non rappresenta una semplice scelta strategica mirata a rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori, ma è una dimostrazione di responsabilità nei confronti di tutti gli stakeholder con cui si relazionano.
Cosa sta realizzando il settore privato per innovare i modelli di business e includere le persone più vulnerabili? E in che modo le aziende possono fare la differenza?

Simone Cipriani, CEO e fondatore di Ethical Fashion Initiative, ha aperto il dibattito illustrando il principale obiettivo del programma di Nazioni Unite: investire in paesi soggetti a povertà e conflitto per rigenerarne il capitale sociale e ambientale. In che modo? Creando condizioni di lavoro eque e dignitose e investendo in connessioni stabili tra grandi brand internazionali e piccole realtà artigiane.

Roberta Marsi, Head of Corporate PR & General Service di DHL Express Italy, ha illustrato quanto l’attenzione alle persone e all’ambiente sia al centro del progetto imprenditoriale: oltre all’obiettivo di raggiungere Emissioni Zero entro il 2050, l’azienda si impegna infatti in numerosi percorsi volti all’inclusione e all’accettazione delle diversità. Last but not least, DHL sta realizzando con Cartiera un nuovo progetto di upcycling dedicato al recupero e alla trasformazione delle divise da lavoro dismesse, sempre nell’ottica di migliorare il proprio impatto ambientale e di sostenere una realtà del territorio ad alto impatto sociale.

Sofia Arena, compliance specialist di Fendi, ha descritto alcuni dei principali progetti di sostenibilità promossi dal Brand, dalla realizzazione dei Green Store all’utilizzo di nuovi materiali sostenibili, fino alla collaborazione con il nostro laboratorio: oltre al recupero di materie prime seconde e alla realizzazione delle dust bag, da quest’anno Cartiera è impegnata nella produzione di una nuova “tote bag” destinata ai dipendenti Fendi.

Dexter e Byron Peart, co-fondatori di Goodee, azienda canadese di fashion e design che ha realizzato insieme a Cartiera le Bassi Market Tote, hanno invece messo in luce quanto sia sempre più importante per i consumatori conoscere l’impatto ambientale degli articoli che acquistano. L’impresa, anch’essa partner di Ethical Fashion Initiative, si impegna inoltre nella costruzione di un ambiente di lavoro paritario ed inclusivo, con un 66% di dipendenti di genere femminile e un 46% di dipendenti BIPOC (Black, Indigenous and People of Color)

Una mattinata di dialogo e confronto, in cui le aziende partecipanti – accomunate dai progetti di collaborazione con il nostro laboratorio – hanno discusso una delle principali sfide sulle quali ci stiamo confrontando: rendere la transizione ecologica giusta e inclusiva per tutti.

 

The International School on Migration organised by Lai-momo, a cooperative partner of the Laboratorio Cartiera, and Africa e Mediterraneo, a non-profit association that promotes intercultural education and cultural cooperation, saw the participation of four important businesses yesterday. Together, they discussed the main challenges of the ecological transition, starting with the fundamental role of companies in realising fair and inclusive change.

The International School on Migration, now in its fourth edition, this year explored the issue of green development. Particular attention was given to the social dimension of the ecological transition: to promote a new truly sustainable model, it is necessary to build communities which are robust, united and inclusive. This should be done while avoiding generating “shipwrecks of the ecological transition” and, instead, investing in the construction of new skills.

Over the last few weeks, various topics have been addressed: the guests of the first module analysed the impact of climate change on species survival, human mobility and urban resilience. The second week looked at the social aspects of ecological transition, starting from the strategies for sustainable growth adopted by the European Union in the field of employment. The sessions on 24 September saw the turn of the European local authorities, who spoke of how important it is to support environmental and social sustainability in order to achieve positive change.

The last module, which ended yesterday and was moderated by Professor Piergiuseppe Morone – full professor of Political Economics at UnitelmaSapienza – saw the participation of several businesses. They highlighted the issues of social inclusion and environmental sustainability, also through the collaborations developed with our laboratory. For these realities, the “green” transition does not mean a simple strategic choice aimed at responding to the new needs of consumers, but it is a demonstration of responsibility towards all the stakeholders with whom they interact. What is the private sector doing to innovate business models and include the most vulnerable? And how can companies make a difference?

Simone Cipriani, CEO and founder of the Ethical Fashion Initiative, opened the debate by illustrating the main objective of the United Nations program: investing in countries subject to poverty and conflict in order to regenerate their social and environmental capital. How? By creating fair and dignified working conditions and investing in stable connections between large international brands and small artisan businesses.

Roberta Marsi, Head of Corporate PR & General Service of DHL Express Italy, illustrated how attention to people and the environment is at the heart of the business project, in addition to the goal of achieving Zero Emissions by 2050. In fact, the company engages in numerous paths aimed at the inclusion and acceptance of diversity. Last but not least, DHL is carrying out a new upcycling project with Cartiera dedicated to the recovery and transformation of discarded work uniforms, with the view to improving its environmental impact and supporting an area with a high social impact.

Sofia Arena, Fendi’s compliance specialist, described some of the main sustainability projects promoted by the Brand, from the creation of Green Stores to the use of new sustainable materials and the collaboration with our laboratory. In addition to the recovery of secondary raw materials and the creation of dust bags, starting this year, Cartiera is engaged in the production of a new “tote bag” for Fendi employees.

Dexter and Byron Peart, co-founders of Goodee, a Canadian fashion and design company that created the Bassi Market Tote together with Cartiera, instead highlighted how increasingly important it is for consumers to understand the environmental impact of the items they buy. The company, also a partner of the Ethical Fashion Initiative, is also committed to creating an equal and inclusive work environment, with 66% female employees and 46% BIPOC employees (Black, Indigenous and People of Color)

A morning of dialogue and discussion, in which the participating companies – united by collaborative projects with our laboratory – discussed one of the main challenges we are facing: making the ecological transition fair and inclusive for everyone.