Cambiare prospettiva da un’economia lineare a una circolare significa passare da una logica di “produzione-consumo-smaltimento” alla valorizzazione di materie e prodotti oltre il termine della loro vita utile: significa reinventare il rifiuto in risorsa.
E questo non soltanto attraverso processi di riciclo, ma anche di riparazione, recupero e riuso finalizzati alla reimmissione nel mercato di materiali altrimenti destinati allo smaltimento, evitandone il forte impatto ambientale ed economico.

La necessità di questo cambio di passo è il focus del rapporto realizzato quest’anno da Circular Economy Network ed ENEA, riguardante il contributo che l’economia circolare dà alla lotta ai cambiamenti climatici: si stima infatti che raddoppiando l’attuale tasso di circolarità, a livello globale si taglierebbero ben 22,8 miliardi di tonnellate di gas serra, avvicinandoci all’obiettivo zero-emissioni del 2050 previsto dagli Accordi di Parigi sul clima.

L’Italia anche quest’anno si conferma prima tra i Paesi Europei per circolarità di produzione, con un tasso di riciclo dei rifiuti totali pari al 68% e un tasso di uso circolare di materia pari al 19.3%.

Anche il progetto Cartiera mira a promuovere soluzioni alternative in un settore ad alto impatto ambientale come quello del settore moda. Tutti gli articoli Cartiera sono infatti realizzati con pelli e tessuti recuperati da grandi marchi della moda Made in Italy, riuscendo a dare nuova vita a 14 tonnellate di pelle in soli 4 anni.

È un settore, quello della pelletteria, ormai divenuto tratto identitario della nostra tradizione culturale e professionale (secondo alcuni dati UNIC, l’Italia realizza il 65% della produzione europea e il 23% di quella mondiale), dove tuttavia i rischi legati alla produzione, in termini di dannosità ambientale, possono essere molto elevati. Gli scarti di lavorazione della pelle sono classificati come rifiuti pericolosi per i valori di cromo troppo alti: pellame in eccesso, ritagli, sfridi non possono essere smaltiti in discarica, ma devono essere inviati a termovalorizzazione, con un aumento anche per le aziende dei costi di smaltimento.

Fare upcycling significa contribuire a rendere più sostenibili, con un solo gesto, due processi produttivi diversi: a valle di un ciclo produttivo, attraverso il recupero di quelli che altrimenti sarebbero scarti da smaltire, e a monte di un altro, realizzando borse e accessori senza utilizzare o produrre agenti chimici inquinanti.

Noi di Cartiera crediamo che la consapevolezza sia il primo passo per un futuro più sostenibile. Il secondo, conseguente, è contribuire attivamente alla transizione verso un’economia davvero circolare.