L’impatto ambientale e sociale della delocalizzazione
Lo slogan “Not charity, just work” di Ethical Fashion Initiative non è un semplice motto, ma rappresenta una vera e propria visione del mondo.
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Lo slogan “Not charity, just work” di Ethical Fashion Initiative non è un semplice motto, ma rappresenta una vera e propria visione del mondo.
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Il cambiamento nasce dalla capacità d’immaginare un futuro diverso. Se acquisire comportamenti sostenibili è ormai una necessità per il nostro pianeta, forse lo è ancor di più sensibilizzare sull’argomento le nuove generazioni.
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Il pianeta non ha risorse illimitate, così come non è illimitata la sua capacità rigenerativa. Economia circolare significa questo: pensare ad una catena economica che si auto-alimenti, senza gravare sulla natura e le sue risorse.
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Produrre, vendere, scartare, ripetere: se il paradigma della Fast Fashion può sembrare piuttosto semplice, non lo sono altrettanto le sue conseguenze.
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Cambiare prospettiva da un’economia lineare a una circolare significa passare da una logica di “produzione-consumo-smaltimento” alla valorizzazione di materie e prodotti oltre il termine della loro vita utile: significa reinventare il rifiuto in risorsa.
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Dietro una semplice etichetta si nascondono spesso storie invisibili al consumatore. La scelta dei materiali utilizzati, la fantasia dei designer, l’impegno e l’attenzione degli artigiani: tutte esperienze che diventano parte intrinseca dei manufatti.
Il lavoro conta, ma il lavoro tramanda anche. Il lavoro unisce, connette, sposta. Nello spettacolo il lavoro canta, nel giornalismo racconta e nello sport soddisfa. Il lavoro esprime ed è ricerca, il lavoro crea.
La campagna #Illavoroconta, lanciata lo scorso 20 giugno in occasione della Giornata Internazionale del Rifugiato, ha raccontato tramite la voce di diversi testimonial l’importanza del lavoro equo e regolare, specie per persone in condizione di svantaggio.
Ieri a Cartiera abbiamo ricevuto la visita di Defustel Ndjoko, influencer e consulente di moda belga-camerunese. Era presente a Bologna per un workshop all’Accademia di Belle Arti di Bologna sull’Afro-sartorialism, organizzato da Black History Month Bologna con la professoressa di Fashion Design Elisabetta Zanelli.
Nato e cresciuto in Camerun e trasferitosi a 26 anni a Bruxelles, Defustel si è affermato da alcuni anni come consulente e partner di prestigiose aziende della moda maschile made in Italy di alta qualità.
Dopo lunghi e difficili mesi, il laboratorio Cartiera ha creato una collezione che prende il nome di Hygeia dalla figura mitologica greca, venerata come dea della salute e della prevenzione.
Un titolo importante per una linea che nasce in un momento in cui ognuno è chiamato a raccogliere le proprie forze e a far leva sui propri valori ed elementi di unicità con lo scopo di resistere.