Cosa significa “tassonomia verde”? Perché è così importante per l’Europa?

Se già da un po’ di tempo a questa parte si parla molto di responsabilità ambientale da parte delle imprese, fino a pochi mesi fa non esisteva ancora una definizione univoca per quali attività economiche possano definirsi sostenibili.

La Commissione Europea è al lavoro su questo tema dal marzo 2018, quando è stato lanciato l’Action plan on sustainable finance per la creazione di un corpus di norme per regolamentare il mondo della finanza sostenibile. L’obiettivo della tassonomia verde è proprio quello di coronare questo percorso: dare cioè una classificazione ufficiale delle attività economiche che possono essere definite, appunto, “sostenibili”, stabilendo criteri tecnici comuni al fine di incrementare la trasparenza del mercato nel quadro di uno sviluppo economico amico dell’ambiente.

La tassonomia sarà quindi un riferimento per il mondo della finanza (per indicare quanto sostenibile sia un investimento), per i governi (per stabilire gli incentivi ad aziende green) e per le aziende (per rendicontare il proprio impatto sull’ambiente).

Nel solco delle finalità del Green Deal europeo, con cui l’UE si è impegnata ad azzerare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050 e a fornire il proprio contributo per rispettare l’Accordo di Parigi, la tassonomia individua sei obiettivi ambientali e climatici:

1. mitigazione del cambiamento climatico;
2. adattamento al cambiamento climatico;
3. uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
4. transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
5. prevenzione e controllo dell’inquinamento;
6. protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi

Per essere eco-compatibile, un’attività dovrà quindi soddisfare i seguenti criteri:

contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali;
non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo;
– essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime;
– rispettare i criteri tecnici stabiliti dalla Commissione Europea attraverso una serie di atti delegati.

Un esempio pratico? L’incenerimento e lo smaltimento in discarica (ad eccezione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili) andranno scoraggiati a favore di forme di gestione del rifiuto gerarchicamente preordinate, a partire dal riutilizzo e dal riciclaggio, nell’ottica di un’economia sempre più circolare.

Il percorso normativo, in ogni caso, è ancora lungo. Il 21 aprile 2021 è stato approvato un primo atto delegato riguardante i primi due obiettivi della tassonomia (da cui però sono rimasti fuori due dei settori più discussi, gas e nucleare, per cui è stata rinviata ogni decisione definitiva). L’atto entrerà in vigore a partire dal 31 dicembre e, nello stesso periodo, verranno pubblicati anche gli atti delegati riguardanti i restanti quattro obiettivi stabiliti dalla Commissione europea, che entreranno invece in vigore entro la fine del 2022.

Inoltre, molto a riguardo si sta facendo in questi giorni alla conferenza COP26 delle Nazioni Unite, a Glasgow, dove i leader mondiali discutono e discuteranno, fino al 12 novembre, delle questioni più urgenti riguardanti le tematiche ambientali.